C'erano una volta le idee

Un tempo c’era un piccolo artigiano con tanta voglia di fare e tante idee che iniziava a fare qualcosa di suo. Poteva essere una sedia o un aratro, magari un trattore o un trapano radiale o una macchina da legno, di quelle nate a Podenzano e diventate famose nel mondo. Quel piccolo artigiano pieno di debiti aveva tutto in testa o magari “buttava giù” uno scarabocchio su un tovagliolo mentre era in pizzeria al sabato sera con la famiglia (perchè più di una pizza non poteva permettersi).

Oggi quella la piccola azienda è cresciuta, arrivano ordini da tutte le parti e non si può certamente continuare a fare gli scarabocchi sui tovaglioli delle pizzerie e quindi ci vogliono metodo, procedure.

Importanti consulenti con il suv da 80.000€ e gli uffici a CityLife gli hanno raccontato che servono le competenze trasversali, la leadership, le capacità interpersonali e comportamentali, l’empatia.
L'empatia è importantissima !

Ma sono assolutamente indispensabili anche le conoscenze di linguaggi di programmazione, le competenze nell’uso di software, le conoscenze di specifiche e procedure. E ovviamente anche le competenze linguistiche, ça va sans dire  e con tutto questo l’azienda non potrà che diventare la prima al mondo.

E invece chiude.
E’ veramente inspiegabile. Eppure avevano tutte le procedure …         
Strano, veramente molto strano….

Una fiaba del 1837 narra di un imperatore vanitoso e di alcuni commercianti giunti in città che fanno trapelare di essere abili tessitori di un tessuto invisibile solo agli stolti ed agli indegni.
I cortigiani, invitati dal Re a palazzo, non riescono a vederlo, ma per non essere giudicati male, decantano la magnificenza del tessuto.
L’imperatore, contento e felice, si fa cucire un abito però quando gli viene consegnato si rende conto di non essere nemmeno lui in grado di vederlo, ma per non passare da stolto decide di fingere come i suoi cortigiani. Con il nuovo vestito sfila per le vie della città, davanti ad una folla di cittadini che lodano l’eleganza del sovrano. L’incantesimo però è spezzato da un innocente bambino che urla a gran voce: “ma il Re è nudo” !

Non trovate nessuna analogia con gli abili tessitori e quello che vendono ? Nelle aziende non sarà arrivato il momento di urlare a gran voce “il Re è nudo” e mettere alla porta gli “abili” tessitori ?

Ma torniamo alla piccola azienda in difficoltà. A quel punto di solito arriva una "cordata" o magari una multinazionale (ormai quasi sempre straniera) a salvare l’azienda ed immediatamente cosa fa ?
Verifica se il prodotto è obsoleto e/o migliorabile ?
Ne analizzai costi ? O i tempi di lavorazione o di montaggio ?
Assolutamente no.

Cambia il metodo di lavoro, cambia tutte le procedure sostituendole con le proprie dove la destra si chiamerà sinistra e il sotto bisognerà chiamarlo sopra. Magari dipinge le strisce sui pavimenti, impone occhiali e caschetti e intanto il tempo passa. Ma il prodotto ? L’idea che ha fatto nascere l’azienda ?...

Ovviamente non mancherà nemmeno la procedura su come si devono parcheggiare le auto nel parcheggio aziendale (tassativamente in retromarcia. E non è una battuta, è esperienza personale vissuta).
E qualche anno dopo la multinazionale straniera se ne andrà, portandosi via quel poco di buono che era rimasto (solitamente l'idea iniziale) e lasciando la vecchia azienda più in difficoltà di prima, con le strisce sul pavimento ormai sbiadite.

Da quanti anni vediamo situazioni simili ? E quante volte dovrà ancora accadere ?

E’ ovvio che una azienda piccola o grande oggi non può essere gestita con gli appunti sul tovagliolo, ma non dobbiamo dimenticare che la fortuna di una azienda non nasce dalle procedure o dalle conformità, ma nasce da una idea e senza quella si va tutti a casa. Le indispensabili procedure devono mantenere viva quell’idea, non soffocarla e le aziende devono (dovrebbero) valorizzare chi porta idee, non tessuti invisibili.

Un articolo del 12 agosto (il Giornale)  si intitolava “La parabola discendente di Apple”. E quell’articolo raccontava che “tutti i princìpi su cui si è basato il successo  … sono stati traditi, finiti in mano a favolosi contabili più che a sfrontati inventori. Apple ha macinato miliardi puntando sempre più sui servizi e pensando sempre meno ai prodotti”. E continuava “Apple, purtroppo, negli ultimi anni ha perso molto per strada: innovazione, mercato, visione e a volte buone maniere. L'11 aprile 2026 saranno i 50 anni dalla presentazione dell'Apple I, e forse è arrivata l'occasione di restituire l'azienda ai creativi.

In questo mio blog ho ricordato spesso  che la Jobs è nata in un garage da una idea e dalla voglia di qualcuno che probabilmente poteva anche starsene tranquillamente a casa a vivere di rendita, ma non l'ha fatto, ha preferito (ri)mettersi in gioco.

MCM è nata da alcuni dipendenti di una azienda giunta alla fine che hanno dato vita con immensi sacrifici ad una loro idea realizzando un prototipo in scala 1:1 tutto in lamiera andando a competere con i grandi della macchina utensile. E potrei continuare con mille altri esempi, ma tra poco arriverà anche la EMO e sarà l'ennesima (triste) conferma.

Centinaia di espositori porteranno il meglio e i miei punti di riferimento ormai lo sapete, sono Makino, DMG e Mazak. Questi tre colossi mondiali della macchina utensile (ma non dimentico MCM che spero risolva presto i problemi e ritorni grande) al loro interno avranno probabilmente mille procedure anche sul modo di camminare o di respirare in azienda, sapranno tutto sulle hard skills e le soft skills, ma comunque ad Hannover Makino presenterà una prima mondiale a 5 assi oltre ad una gamma infinita di macchine già consolidate, DMG MORI (in uno stand di 10.000   DIECIMILA m2) porterà 40 (QUARANTA) macchine, 33 diverse soluzioni di automazione e 8 prime mondiali ed infine MAZAK porterà 20 macchine, 7 anteprime mondiali e 5 debutti europei.

In una sola parola, portano IDEE nuove. Ogni volta, ad ogni occasione, portano idee nuove.


Io la EMO la seguirò qui al Cenobio, nella tranquillità di Camogli.
Come sempre, un saluto a chi mi segue.

E' stato Akio Morita, fondatore della Sony, a scrivere: "Posso dire ad un operaio di venire domani mattina alle sette a produrmi dei bulloni, ma non posso dire ad un ricercatore di venire domani mattina alle sette a produrmi delle idee".